Diario di Bordo di una Tirocinante

Durante la mia esperienza di tirocinio al Centro Archimede ho avuto l’opportunità di affiancare le psicologhe in alcuni percorsi di trattamento individuale, sia di bambini sia di genitori. Queste esperienze sono state per me particolarmente significative, così ho pensato di condividere alcune di queste con tutti voi.
Nel rispetto della privacy degli utenti, le storie che leggerete sono solo ispirate ai trattamenti che ho visto in modo da non rendere riconoscibili le persone e gli avvenimenti coinvolti.

 

 

Storia di Federico

Federico, di 7 anni, arriva al Centro con diagnosi di ADHD. I genitori raccontano che fin da piccolo è un bambino molto vivace e amante dei giochi movimentati, in particolare quelli all’aria aperta. Qualche anno fa, i genitori hanno deciso di trasferirsi da un appartamento ad una casa con giardino, in modo da dare la possibilità a Federico di sfogare il suo bisogno di movimento. Alla scuola materna le maestre hanno riferito qualche difficoltà nell’orientare il bambino verso attività strutturate e nel gestire i suoi comportamenti, che spesso sono difficili da prevedere. L’inserimento alla scuola elementare è stato particolarmente difficoltoso: Federico non riesce ad organizzare il materiale scolastico, spesso perde le proprie cose, si alza continuamente dal proprio posto gironzolando per la classe e si distrae spesso, rimanendo così indietro negli apprendimenti rispetto ai compagni di classe. Il pomeriggio la mamma lo deve chiamare numerose volte prima che Federico smetta di giocare ed inizi a fare i compiti, che svolge poi in modo frettoloso e disordinato, senza concentrarsi su ciò che deve fare. Gli altri bambini spesso non lo invitano a giocare, dato che Federico tende ad imporsi su di loro, talvolta con comportamenti aggressivi.
I genitori sono preoccupati per queste sue difficoltà e chiedono così aiuto al Centro.
All’inizio del percorso con la psicologa, Federico partecipa volentieri ma fatica molto a svolgere le attività, distraendosi spesso e chiedendo costantemente di giocare. Si concorda così con il bambino una suddivisione dell’incontro in più parti, alcune di gioco e altre di attività, intervallandole tra loro. Federico accetta volentieri e nel corso degli incontri successivi si dimostra sempre più capace di rispettare la struttura dell’incontro e di partecipare alle attività proposte, diminuendo la propria impulsività e irrequietezza motoria. Grazie al lavoro parallelo con il bambino, i genitori e le insegnanti, Federico è ora in grado di gestire meglio il proprio materiale scolastico, di stare più attento in classe e nei compiti a casa e di relazionarsi con maggiore efficacia ai compagni di classe, riuscendo a giocare con loro in armonia.

Storia di Samuele

Samuele, di 8 anni, arriva al Centro Archimede per ADHD e tratti d’ansia. Nel corso del primo incontro con i genitori il bambino viene descritto come oppositivo, anarchico ed estremamente difficile da gestire. Anche le maestre riferiscono di essere preoccupate per le difficoltà comportamentali di Samuele: fatica a mantenere la concentrazione, si distrae spesso, non riesce a rispettare le regole come i compagni e spesso si rifiuta di fare le attività.
Nel suo primo incontro con la psicologa, Samuele è un po’ titubante ma accetta di entrare in stanza senza i genitori. Da subito emerge il suo temperamento ansioso: si spaventa sentendo rumori forti o improvvisi, osserva la stanza in tutti i suoi particolari e chiede continue rassicurazioni su quello che si sarebbe fatto durante l’incontro. Allo stesso tempo, però, Samuele mostra le sue capacità di fantasia e creatività e si lascia coinvolgere con interesse nelle attività.
Allo stesso tempo i genitori continuano a riferire le proprie preoccupazioni per il comportamento del bambino: si è rifiutato di recitare alla maestra una poesia che conosceva bene, ha riferito di voler scappare da scuola e ogni mattina insiste per portare con sé in classe qualche oggetto da casa.
Si inizia così ad ipotizzare che molti comportamenti riferiti come oppositivi e dispotici siano motivati da una base ansiosa molto forte, che porta il bambino a voler costantemente evitare le situazioni fonte di disagio o paura. Si decide di provare a orientare il trattamento su questo versante, indagando le paure del bambino. Nell’arco degli incontri Samuele dimostra un buon riconoscimento delle stesse e riferisce il desiderio di riuscire a gestire meglio tutte queste paure. Sfruttando le capacità creative di Samuele si inizia a lavorare sui suoi timori, partendo dai più bassi. Al termine degli incontri prefissati il bambino è riuscito ad affrontare con successo diverse paure, ed ha in generale acquisito più sicurezza in sé stesso. I genitori riferiscono di vedere Samuele molto cambiato: i problemi si sono attenuati sia a casa, dove si mostra più sereno e gestibile, sia a scuola, dove ha iniziato a partecipare con entusiasmo alle varie attività ed è maggiormente capace di rispettare le regole.